Storia dell’autonomia in Piazza Magnago

di Redaktion Redazione

A Magnago è intitolata la piazza nel centro di Bolzano, ma chi era questo personaggio?

piazza magnago

Silvius Magnago (Merano 1914 – Bolzano 2010) è stato per 29 anni (1960-1989) Presidente della Provincia di Bolzano, che porta l’aggettivo “autonoma” grazie anche al suo sforzo politico in equilibrio fra il rompere ed il restare. A Magnago è intitolata la piazza nel centro di Bolzano sul quale si affacciano l’esecutivo (la Giunta provinciale) ed il legislativo (il Consiglio provinciale).

Nel 2018 il Consiglio approvò all’unanimità una mozione per un intervento sulla piazza, per creare un percorso storico. Per cercare di spiegare quindi sia a chi vive a Bolzano che a chi ci arriva per turismo o per studio la specialità di questa terra. Per il percorso sono stati messi a disposizione 400mila euro e l’inaugurazione sarebbe dovuta cadere al decimo anniversario della scomparsa di Magnago (25 maggio 2020). Le restrizioni dell’anno della pandemia da coronavirus hanno fatto slittare la cerimonia nel 2021.

Il gruppo di lavoro che ha elaborato il progetto è costituito da Andrea di Michele (storico, collaboratore scientifico della Libera Università di Bolzano), Verena Malfertheiner (storica dell’arte), Josef Rohrer (giornalista, espositore)  Martha Stocker (storica, presidente della Fondazione Silvius Magnago).

Il progetto è stato presentato il 6 ottobre 2020 in Consiglio. L’allestimento è stato curato dalla ditta DOC, rappresentata dall’art director Alessandro Gatti.

Angelika Fleckinger dell’Agenzia musei provinciali ha spiegato ai consiglieri che il percorso è stato pensato sia per scolaresche che per visitatori di passaggio, cercando di lasciare nella piazza uno spazio a disposizione di grandi eventi. l’obiettivo era di attirare lo sguardo sulla storia dell’Autonomia. Il primo pilastro riguarda “tutti noi e come affrontiamo il tema dell’Autonomia”, un tema realizzato tramite interviste a locali e turisti, attirando l’attenzione e l’interesse sul valore dell’autonomia.

All’interno del percorso viene poi presentata la vita di Silvius Magnago, dai tempi della scuola alla sua esperienza in guerra, al ruolo politico, che poi si rispecchia nel terzo pilastro che ripercorre la storia dell’autonomia in 12 tappe. Il quarto pilastro riguarda la proporzionale etnica come pilastro dell’autonoma, il quinto la cultura e il bi-trilinguismo, compreso l’insegnamento nelle diverse lingue e l’arrivo di nuovi cittadini, il sesto l’autonomia finanziaria, conquistata in varie tappe, quindi si parla dell’importante tema importante dell’identità. Non vengono trascurate le critiche all’autonomia, alle quali viene risposto, e i limiti dell’autonomia, con gli sviluppi previsti pensando alle generazioni future. Sull’esposizione ci sarà la possibilitá di intervenire con cambiamenti e ampliamenti, molto è pensato in forma digitale, il che permetterà anche di scaricare il materiale didattico.

Molte le reazioni da parte dei consiglieri. Il più critico è stato Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore – Fratelli d’Italia), che ha sottolineato come “non si può far finta di non accorgersi di quanto succede fuori dal palazzo: l’angolo vicino alla chiesetta è di fatto una latrina”. Secondo Urzì “bisogna evitare che anche i pannelli diventino potenziali vespasiani”. Urzì, così come Josef Unterholzner (Enzian) considera la spesa di 400mila euro eccessiva. Per Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) “va anche inserito il messaggio che l’autonomia è solo un passo, va ulteriormente sviluppata”. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) vorrebbe che “si considerasse il ruolo all’interno dell’autonomia delle persone che vengono da numerosi Paesi diversi”. Brigitte Foppa (Verdi) sottolinea come “deve essere visibile anche una “zona grigia”, quella interetnica. Va inoltre detto apertamente che non esiste una scuola dove si sta tutti insieme, cosa che stupisce chi viene da fuori”. Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) è convinto che “il tema dell’identità è davvero centrale, così come la funzione tutrice dell’Austria”. Franz Ploner (Team K) vorrebbe anche dei posti a sedere, dell’ombra nella piazza data da piante, “una stele contemporanea per non fermarsi al 1992”. Helmut Tauber (Svp) ha apprezzato il fatto che l’esposizione sia all’aperto e possa essere visitata da tutti. “L’esposizione ha la possibilità di svilupparsi nei prossimi anni”.