Storia

La storia dell’Alto Adige nei sui punti salienti.

10 000 a.C.

Preistoria

Finita l’ultima glaciazione in tutto l’arco alpino centrale compaiono numerosi insediamenti umani, documentati soprattutto da tracce di ripari di caccia.

5 000 a.C.

A questa età risalgono le prime tracce documentate in regione di coltivazione di cereali e di pastorizia.

3 200 a.C.

All’incirca a quest’epoca risale il cosiddetto «uomo venuto dal ghiaccio» (popolarmente «Ötzi»), rinvenuto nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, in Val Senales. In base allo studio del suo equipaggiamento viene messo in relazione alla cosiddetta «cultura di Remedello» (area Bresciana). Oggi è conservato nel Museo Provinciale d’Archeologia di Bolzano.

500 a.C.

Nel periodo compreso tra il 500 e il 100 a.Cr. si sviluppa una civiltà abbastanza omogenea nella regione, su entrambi i versanti alpini. I siti archeologici principali che la documentano sono quelli di Fritzens (nella valle dell’Inn) e di San Zeno (Valle di Non). Le popolazioni depositarie di questa cultura furono chiamate dai romani «Reti».

15 a.C.

Questa data indica convenzionalmente il passaggio del regno chiamato «Noricum» sotto il controllo dei Romani e l’occupazione da parte di quest’ultimi delle valli dell’Adige e dell’Inn, con la sconfitta di popolazioni retiche. Tale conquista, che apre la strada, all’espansione romana oltre la catena alpina, è attribuita a Druso, figlio adottivo dell’imperatore Augusto.

51 d.C.

Claudio è imperatore di Roma. A lui viene intitolata la Via Claudia Augusta, che seguendo la Valle dell’Adige, prosegue in Val Venosta, attraversa il passo Resia e porta ad Augusta Vindelicorum (Augsburg), capoluogo della provincia romana «Raetia». Altri tronconi seguono invece la Val d’Isarco (verso il Brennero) e la Pusteria.

400 d.C.

San Vigilio è vescovo di Trento. A partire dal IV secolo il cristianesimo ha cominciato a diffondersi in tutta la regione, soppiantando i numerosi culti, anche d’origine orientale (Mitra, Iside), che dominano nel tardo impero romano.

500 d.C.

Intorno al 500 d. Cr. il territorio del futuro Tirolo fa parte del regno degli Ostrogoti, guidato da Teodorico. Nella seconda metà del VI sec. la regione sarà contesa da varie popolazioni, che penetrano da diverse direzioni: i Longobardi da sud (Val d’Adige), i Franchi da ovest (Val Venosta), i Baiuvari, o Bavari, da nord (Valle d’Isarco) e gli Slavi da est (nell’odierno Tirolo orientale).

788 d.C.

L’intera regione delle valli dell’Adige, dell’Isarco, della Rienza e dell’Inn (il futuro Tirolo) fanno parte del regno dei Franchi di Carlo Magno, che ha sconfitto Longobardi e Bavari.

1 004

A partire da questa data gli imperatori germanici cominciano a concedere ai vescovi di Trento e di Bressanone poteri comitali (propri di un conte). A quello di Trento spetta la Val d’Adige e la Venosta; a quello di Bressanone la Val d’Isarco, la Pusteria e la valle dell’Inn. Essi diventano principi-vescovi, dotati di poteri temporali. Per l’amministrazione di questi ampi territori essi si servono di vassalli («advocati» in latino).

Comincia in regione la costruzione di castelli («incastellamento»), che servono come rifugio e per controllare i passaggi alpini. Cresce l’influenza delle grandi casate degli Andechs, degli Appiano, dei Gorizia e dei Tirolo. Questi ultimi col tempo prenderanno il sopravvento.

Nascono le città medioevali (Bolzano, Innsbruck, etc.). La loro florida economia è alimentata dai commerci tra Sud e Nord dell’Europa (fiere).

1 253

Muore il conte Alberto III di Tirolo che ha riunito nelle sue mani, a vario titolo, il controllo di un vasto territorio al di qua e al di là del Brennero.

1 295

Muore il conte di Tirolo-Gorizia Mainardo II, duca di Carinzia. Con una politica aggressiva e spesso spregiudicata, ha accresciuto la contea, soprattutto ai danni dei principi vescovi di Trento e di Bressanone, e l’ha unificata amministrativamente. È considerato il “fondatore del Tirolo”.

1 363

Priva di eredi, l’ultima contessa di Tirolo-Gorizia, Margareta di Maultasch, cede la contea di Tirolo agli Asburgo. Si ritirerà in un monastero. D’ora in poi il Tirolo seguirà i destini della casata austriaca.

1 511

L’imperatore Massimiliano d’Asburgo, che è anche principe del Tirolo, emana un regolamento per la difesa militare della regione, confermando alcuni antichi privilegi. I tirolesi presteranno il servizio militare solo per difendere i propri confini. In questo riconoscimento affonda le sue radici la tradizione degli Schützen (difensori).

1 525

Arrivano anche in Tirolo le guerre contadine, scatenatesi nell’Europa centrale a seguito della Riforma luterana. A capeggiare gli insorti vi è il vipitenese Michael Gaismair. Col suo nome è stata tramandata una «Landesordnung» (regolamento della regione) che contempla una società ispirata a un radicale cristianesimo comunitario. I contadini saccheggiano abbazie, conventi, proprietà ecclesiatiche e laiche (anche di ebrei). Alla fine sono sconfitti e duramente puniti. Gaismair si rifugia prima in Svizzera e poi a Venezia. Viene ucciso da sicari degli Asburgo a Padova nel 1532.

1 536

Viene giustiziato il pusterese Jakob Huter, fondatore di un movimento eretico di ispirazione protestante. Il destino dei suoi seguaci («Hutteriti») sarà davvero singolare: fuggendo da una persecuzione all’altra, si trasferiranno in Boemia, Russia e infine in America del nord, dove vivono ancora oggi (Hutterian Brethren Church).

1545

Si apre il Concilio di Trento, con cui ha inizio la Controriforma cattolica. Si concluderà, dopo varie interruzioni, solo nel 1563. In questo periodo, sotto il principe vescovo Cristoforo Madruzzo, Trento riveste quindi un grande ruolo politico e vive una fase di splendore economico, culturale ed artistico.

1635

L’arciduchessa Claudia de’ Medici (vedova del principe tirolese Leopoldo) istituisce il famoso «Magistrato Mercantile di Bolzano»: un apposito tribunale per dirimere le controversie tra mercanti (italiani e tedeschi). La principessa Claudia, appartenente alla dinastia toscana dei Medici, è ricordata come una sovrana attenta e intelligente. Favorì i commerci, promosse l’arte e la cultura, fortificò le difese le difese del territorio proprio mentre in tutta l’Europa centrale si combatteva la lunga e disastrosa «Guerra dei Trent’anni» (1618-1648)

1665

Si estingue il ramo tirolese degli Asburgo e la contea viene amministrata direttamente dall’imperatore a Vienna. Lungo tutto il XVIII sec. il Tirolo perde molti dei propri privilegi ed autonomie. Innsbruck non è più sede di governo e anche le assemblee degli “stati regionali” (Stände) perdono d’importanza.

1740

Comincia il lungo regno dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Sotto l’“assolutismo illuminato” di Maria Teresa e soprattutto di suo figlio Giuseppe II, il centralismo di Vienna raggiunge il culmine. I sovrani promuovono radicali riforme mirate a “modernizzare” lo Stato. Viene introdotto l’obbligo scolastico, organizzata un’efficientissima amministrazione fiscale (con un catasto dei beni fondiari), vengono soppressi i monasteri degli ordini contemplativi (giudicati «inutili») ed è introdotta la leva militare obbligatoria. Questa “tempesta” di riforme solleva numerose proteste in Tirolo.

1796

Un’armata della Francia rivoluzionaria, guidata dal generale Napoleone Bonaparte, è penetrata in Italia ed è ormai alle porte del Tirolo. Nel clima di paura e di mobilitazione generale, il comitato ristretto della dieta tirolese, riunita d’emergenza a Bolzano, chiede la protezione del Sacro Cuore di Gesù per la salvezza della regione, giurando solennemente di celebrare una festa annuale. È il famoso «Patto col Sacro Cuore» («Herz-Jesu-Bund») che sarà rinnovato più volte nei momenti di pericolo.

1809

Per il Tirolo è l’«Anno degli Eroi». Annesso dal 1805 alla Baviera, alleata della Francia, il Land è percorso dal malcontento per la leva militare, le tasse, le tante riforme che non risparmiano la sfera religiosa. Nello stesso momento in cui l’Austria dichiara guerra alla Francia, scoppia l’insurrezione tirolese, guidata dal passirese Andreas Hofer al motto «Dio Patria e Imperatore». Gli Schützen di tutta la regione (anche trentini) riescono a scacciare provvisoriamente i bavaresi, alleati della Francia. Dopo aver vinto in alcune battaglie (famose quelle del Bergisel vicino ad Innsbruck), i tirolesi non accettano la pace che è stata nel frattempo firmata da Francia e Austria. Soli e male armati, non possono resistere alle superiori forze francesi. Andreas Hofer viene catturato, processato e fucilato a Mantova il 20 febbraio 1810. Dal 1810 al 1814 il Tirolo resterà diviso tra il regno di Baviera e quello d’Italia («Dipartimento dell’Alto Adige»), entrambi alleati di Napoleone.

1814

Dopo la parentesi napoleonica il Tirolo torna alla Corona asburgica. Tuttavia le speranze di recuperare l’antica autonomia si spengono ben presto. Una nuova costituzione toglie di fatto ogni potere agli «stati» tirolesi. Nel periodo della cosiddetta «Restaurazione», dominato dal cancelliere Metternich, vige un rigido e accentrato sistema burocratico.

1848

Molti regni dell’Europa sono scossi da un’ondata di rivoluzioni. L’imperatore Ferdinando, fuggito da Vienna, si rifugia nel “fedele Tirolo”, baluardo dei conservatori e dei clericali. Nello stesso anno cominciano a manifestarsi le prime richieste di separatismo da parte dei trentini (i “tirolesi italiani”, Welschtiroler), limitate però ai circoli borghesi liberali.

1864

Viene pubblicata la prima grammatica ladina gardenese curata dal sacerdote Giuseppe Antonio Vian. Già al 1833 risale il manoscritto di un altro sacerdote. Micurà de Rü (Nikolaus Bacher), che rappresenta il primo tentativo di una grammatica unitaria ladina. A lui è intitolato l’Istituto di cultura ladina di San Martino in Badia.

1866

In seguito alla guerra austro-prussiana (terza guerra di indipendenza italiana) l’impero asburgico perde il Lombardo-Veneto. Il Tirolo si trova così al confine meridionale della Monarchia. Al suo interno si inasprisce la lotta nazionale.

1867

Viene ultimata la linea ferroviaria attraverso il Brennero. Adesso il Tirolo è collegato alla rete europea. Nei decenni successivi si svilupperanno le linee laterali: Val Pusteria (1871), Val d’Adige tra Bolzano e Merano (1881), Val Venosta (1906). Si sviluppano l’alpinismo e il turismo nelle località di cura, soprattutto a Merano.

1870

Si accende in Tirolo il cosiddetto «Kulturkampf» (lotta per la cultura) che durerà sino al 1892. Conservatori e clericali si scontrano con i liberali, opponendosi all’introduzione di riforme sulla scuola e sulla libertà di culto religioso.

1907

Viene introdotto in tutto l’impero austro-ungarico il suffragio universale maschile per l’elezione del Reichrat (consiglio dell’impero) di Vienna. Si sono ormai sviluppati nuovi partiti di massa. Anche in Tirolo i cristiano-sociali hanno sconfitto i cristiano-conservatori. In Trentino prendono il nome di «popolari» e tra i loro leader si distingue Alcide De Gasperi. Minoritari sono invece i socialdemocratici tirolesi e i socialisti trentini, questi ultimi guidati da Cesare Battisti.

1910

Censimento in tutto l’impero austro-ungarico. Il Tirolo, uno dei sui 21 Länder (regioni), ha 947 mila abitanti; di questi (per lingua d’uso) il 57% è tedesco, il 40,7% italiano e ladino e il 3,8% straniero.

1919

A conclusione della prima guerra mondiale, il trattato di pace di Saint Germain consegna tutto il Tirolo meridionale (fino al Brennero) al Regno d’Italia. Amministrato prima da un governatore militare e poi da un commissario civile, il territorio fa parte della «Venezia Tridentina» con capoluogo Trento.

1922

Con l’ascesa di Mussolini al potere si spegne ogni speranza di autonomia per la minoranza tedesca in Alto Adige. Viene avviata una politica di forzata italianizzazione nella scuola, nell’amministrazione, nella toponomastica, etc.

1927

Viene creata la Provincia di Bolzano, che è così separata da Trento. Lo scopo è quello di intensificare l’italianizzazione con l’apertura di nuovi uffici e con un programma di grandi opere pubbliche, soprattutto nel capoluogo. La Bassa Atesina rimane alla provincia di Trento fino al 1948.

1935

Comincia l’insediamento della grande zona industriale di Bolzano. In pochi anni arrivano a Bolzano diverse migliaia di operai, tecnici, impiegati con le loro famiglie, accolti in nuovi quartieri.

1939

La Germania nazista e l’Italia fascista, sempre più strettamente alleate, giungono ad un accordo sul problema sudtirolese («accordi di Berlino», noti comuemente come «opzioni»). Entro il dicembre 1939 i tedeschi e i ladini residenti in Alto Adige, Trentino e Bellunese devono «optare»; scegliere se mantenere la cittadinanza italiana oppure acquistare quella germanica e trasferirsi nel Reich. L’autunno del 1939 è un periodo di grande lacerazione nella comunità sudtirolese, che si divide tra una maggioranza di «Geher» (partenti) e una minoranza di «Dableiber» (restanti). L’abile propaganda nazista presso la popolazione fa in modo di stravolgere il senso dell’opzione in una specie di plebiscito sulla propria identità etnica: «tedesco» oppure «italiano». Più dell’80% dei sudtirolesi opta per la Germania. Il trasferimento è però rallentato dall’escalation della guerra, scoppiata nel frattempo. Nel 1943 ben due terzi degli optanti (circa 140 mila) si trovano ancora in provincia.

1943

Dopo l’8 settembre (armistizio dell’Italia con gli Alleati), la provincia di Bolzano, insieme a quella di Trento e di Belluno, sono riunite in una «Zona di Operazioni nelle Prealpi», sotto l’autorità del governatore nazista (Gauleiter) di Innsbruck. Di fatto è un’annessione «mimetizzata» al Reich. Anche se non sarà territorio di combattimenti, l’Alto Adige vivrà tra il settembre 1943 e il maggio 1945 (fine della guerra) alcune delle pagine più tristi della sua storia: il terrore dell’occupazione nazista, le persecuzioni di ebrei, partigiani, «Dableiber», la presenza di un campo di concentramento a Bolzano e i pesanti bombardamenti.

1946

La decisione degli Alleati sull’Alto Adige è di conservare il confine del Brennero all’Italia, con l’impegno di quest’ultima di tutelare la minoranza tedesca e di concederle un’autonomia. Il 5 settembre 1946 a Parigi viene così firmato tra i ministri degli esteri Karl Gruber e Alcide De Gasperi un accordo (“Accordo di Parigi”), che farà parte del trattato di pace dell’Italia con gli Alleati. Esso rappresenta il fondamento dell’autonomia altoatesina.

1948

Viene istituita la Regione Trentino-Alto Adige, dotata di uno statuto d’autonomia (il cosiddetto «primo Statuto»). La soluzione non soddisfa le aspettative sudtirolesi, perché l’autonomia viene così esercitata all’interno della Regione, in cui la maggioranza è italiana.

1957

La politica regionale è ormai in crisi. Il 17 novembre 1957 la Südtiroler Volkspartei, il partito di raccolta sudtirolese, promuove una grande manifestazione (35 mila partecipanti) a Castel Firmiano nei pressi di Bolzano. Il suo leader Silvius Magnago lancia il motto «Los von Trient!» («Via da Trento»), per indicare l’irrinunciabile obiettivo di un’autonomia distinta per la provincia di Bolzano.

1960

La questione dell’Alto Adige viene discussa all’ONU su iniziativa della Repubblica austriaca che accusa l’Italia di non aver mantenuto l’impegno del 1946, cioè di un’autonomia per i sudtirolesi. La risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU, che sarà confermata l’anno successivo, invita i due Stati a riprendere le trattative, aggiungendo che, nel caso esse falliscano, si potrà far ricorso alla Corte internazionale dell’Aja.

1961

Nella notte fra l’11 e il 12 giugno (“notte dei fuochi”) sono fatti esplodere decine di tralicci dell’alta tensione in vari punti della provincia. È l’azione più clamorosa finora condotta da gruppi sudtirolesi ed austriaci che vedono negli attentati un mezzo per destare l’attenzione politica e dell’opinione pubblica intorno alla questione sudtirolese. Lo stato italiano reagisce “militarizzando” il territorio. Passate nelle mani di circoli dell’estrema destra austriaca e germanica, le azioni terroristiche, che fino ad ora hanno cercato di risparmiare vite umane, si fanno sempre più cruente e provocano diverse vittime, soprattutto tra militari e forze dell’ordine.

1964

Termina i propri lavori una commissione istituita dal governo italiano (la «commissione dei 19»); produce una relazione che contiene proposte, accolte poi nel «Pacchetto di provvedimenti per l’Alto Adige». Quest’ultimo sarà offerto dall’Italia all’approvazione dell’Austria e, soprattutto, della SVP. Ormai l’Austria, desiderosa di entrare nella Comunità europea, preme perché la controversia con l’Italia venga risolta. La proposta italiana “allarga” e amplia le concessioni del primo Statuto e soprattutto trasferisce alle distinte province di Bolzano e Trento le competenze più importanti della Regione. Sempre nel 1964 anche la Chiesa sembra dare un segnale alla politica. Sino ad allora buona parte della provincia di Bolzano era compresa nella diocesi di Trento («decanati tedeschi»). Ora vengono ridefiniti i confini delle diocesi di Trento e di Bolzano-Bressanone, in modo da farli coincidere con quelli amministrativi delle due Province.

1972

È l’anno in cui entra in vigore il secondo Statuto di Autonomia. Qualche tempo prima in un sofferto congresso straordinario (22 novembre 1969) la SVP ha infatti accettato (con piccola maggioranza) la soluzione del Pacchetto. Rimane ancora il difficile compito di elaborare e approvare le norme di attuazione, che devono tradurre in leggi i principi dello Statuto. Per questo vengono istituite apposite commissioni: quella «dei dodici» per le questioni regionali e quella «dei sei» per la sola provincia di Bolzano.

1974

Viene ultimata la costruzione dell’autostrada del Brennero, che diventa ben presto una delle arterie più importanti e trafficate d’Europa.

1976

  • Sono emanate le norme di attuazione sulla cosiddetta «proporzionale etnica» e sul requisito del bilinguismo per l’accesso agli impieghi pubblici in provincia.
    Nel 1981 si svolge il primo censimento con l’obbligo di dichiarazione nominativa di appartenenza ad uno dei tre gruppi linguistici (italiano, tedesco o ladino). In seguito saranno introdotte alcune modifiche per rendere meno “rigida” la dichiarazione:
  • – la possibilità di dichiararsi di «altro gruppo linguistico» e di «aggregarsi» ad uno dei tre gruppi ai fini dei molti effetti giuridici connessi alla dichiarazione;
  • – l’anonimità delle future dichiarazioni;
  • – la riservatezza dei dati.

1992

Con l’emanazione delle ultime norme di attuazione, il Pacchetto può finalmente considerarsi “chiuso”. L’Austria e l’Italia presentano al segretario dell’ONU la dichiarazione di chiusura della controversia sull’Alto Adige aperta nel lontano 1960.

2001

Nel 2001, nell’ambito della riforma della Costituzione italiana, sono apportate alcune modifiche allo Statuto di Autonomia. È sancita la priorità delle Province di Bolzano e Trento rispetto alla Regione: prima era la Regione che «comprendeva» le due Province; adesso sono le Province che «compongono» la Regione. Altre modifiche hanno lo scopo di garantire la rappresentanza politica del gruppo ladino. Il censimento di quest’anno registra quasi 463 mila residenti in provincia di Bolzano. I gruppi linguistici ai quali si sono dichiarati appartenenti (o ai quali si sono “aggregati”) hanno queste percentuali: tedesco 69,15%; italiano 26,47%; ladino 4,37%.