Che si tratti di medici o mediche, dipendenti di un ufficio provinciale, impiegate o impiegati allo sportello delle Poste, coloro che lavorano nel settore pubblico, in Alto Adige, devono aver ottenuto l’attestato di bilinguismo (attestato di trilinguismo nelle valli ladine), un documento che garantisce all’utenza la possibilità di comunicare con la pubblica amministrazione nella propria lingua madre.
In questo senso, gli esami di bilinguismo, introdotti nel 1977, rappresentano “un elemento importante per il futuro professionale dei giovani in Alto Adige”, come scrive il consigliere provinciale Harald Stauder (SVP) nella sua mozione (una richiesta alla Giunta provinciale di agire in un determinato modo) Introduciamo nelle scuole la preparazione all’esame di bilinguismo. Il problema è che circa un terzo degli iscritti non si presenta all’esame, e solo la metà di chi lo sostiene lo supera. Le giornate di preparazione proposte potrebbero aiutare a ridurre le insicurezze, offrire ai giovani aspettative realistiche e aumentare le loro chance di successo.
Per questo motivo, Stauder ha chiesto nella sua mozione – cofirmata dai colleghi Waltraud Deeg (SVP) e Angelo Gennaccaro (La Civica)
- di organizzare nelle scuole giornate di preparazione all’esame di bilinguismo
- di verificare la possibilità di far svolgere anche direttamente nelle scuole gli esami di bilinguismo dalla commissione competente.
Nell’ambito della discussione in aula, Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha sostenuto la proposta, annunciando un proprio disegno di legge per inserire quest’esame come obbligatorio nella quarta classe delle scuole superiori.
Alex Ploner (Team K), pur sostenendo la mozione, l’ha definita una “prova del fallimento” della politica dell’istruzione della SVP, dato che non si riesce a rilasciare il certificato insieme al diploma di maturità.
Secondo Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), che si è espresso contro un “bilinguismo imposto”, un certificato non garantisce competenze linguistiche durature nel tempo.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha sostenuto che dopo 13 anni di scuola dell’obbligo l’obiettivo primario dovrebbe essere il bilinguismo diffuso, e invitato a vedere la possibilità di apprendere la seconda lingua come un’opportunità.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha evidenziato il valore del plurilinguismo e auspicato giornate di preparazione comuni tra scuole italiane e tedesche.
Myriam Atz (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto il primo punto della mozione – le giornate di preparazione –, ma ha sollevato dubbi sul secondo – lo svolgimento dell’esame direttamente nelle scuole.
Renate Holzeisen (Vita) ha chiesto scuole dell’infanzia plurilingui e insegnanti di L2 con formazione migliore.
Christian Bianchi (Forza Italia – Uniti per l’Alto Adige) ha parlato del bilinguismo come grande vantaggio per i giovani, osservando che nelle valli le competenze in italiano stanno diminuendo, mentre i giovani di lingua italiana hanno acquisito consapevolezza dell’importanza delle lingue.
Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato le più di 2.200 ore di insegnamento della seconda lingua in tutto il ciclo scolastico, aggiungendo che non servono scuole miste, ma un insegnamento linguistico più efficace.
Secondo Jürgen Wirth Anderlan (JWA) la didattica della L2 a scuola lascia a desiderare: egli stesso ha imparato meglio la lingua col servizio militare o come maestro di sci.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha evidenziato i numerosi riferimenti alla scuola plurilingue nell’ambito della discussione.
L’assessore alla Scuola in lingua tedesca Philipp Achammer ha segnalato il calo delle competenze nella seconda lingua e si è espresso a favore del sostegno all’esame di bilinguismo indipendentemente dalla maturità.
L’assessore alla Scuola in lingua italiana Marco Galateo ha citato i vari progetti introdotti nelle scuole italiane per motivare alunne e alunni, tra cui le Giornate del bilinguismo, e sostenuto la mozione.
Il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha respinto l’equiparazione automatica tra maturità e attestato di bilinguismo: le lingue, ha detto, devono essere apprese per interesse, non solo per ottenere un certificato.
La mozione è stata approvata all’unanimità (31 sì).